Brescia studia la Baviera e rilancia: insieme per le Pmi.

Casasco: «Le imprese non possono fare da sole, dobbiamo fare gruppo e affrontare le sfide tutti insieme»

Missione commerciale Monaco di Baviera

Federica MONACO DI BAVIERA (Germania). Confronti, occasioni e nuovi stimoli per crescere puntando anche sulle sinergie. OPPORTUNITA’ e indicazioni fornite dalla missione che, da martedì 26/06/2012 fino a venerdì 29/06/2012, impegna la delegazione di Apindustria Brescia a Monaco di Baviera. Un viaggio oltre confine caratterizzato, per il gruppo di imprenditori – accompagnati dai vertici dell’organizzazione di via Lippi -, da incontri a vari livelli con l’obiettivo di instaurare nuove relazioni. «La scelta è piuttosto scontata – ha spiegato il presidente, Maurizio Casasco -, non solo dal punto di vista geografico ma anche considerati i rapporti economici tra Italia e Germania». Nell’ampio programma sono inserite anche le visite, di giovedì 28/06/2012, a due gruppi al top: l’Audi a Ingolstadt, simbolo della regione; la multinazionale Deckel Maho a Proften che, con 1,8 miliardi di euro di fatturato, è tra i leader mondiali nella meccanica con 12 stabilimenti nel mondo, compresi i due a Bergamo e Tortona. «È evidente ciò che differenzia le nostre aziende da quelle tedesche, tecnologicamente sempre all’avanguardia e sempre pronte a investire nella ricerca. Uno sforzo che, in Italia, troppo spesso, viene trascurato per mancanza di fondi», ha sottolineato il leader di Assocamuna, Fabio Bianchi, auspicando un maggiore impegno a livello nazionale e un «ripensamento del nostro modello». SULL’IMPORTANZA dell’innovazione si è concentrata Patricia Callies, direttrice di Invest in Bavaria, istituzione governativa, primo interlocutore per chi vuole fare affari nella regione. «Imprese e università vivono in simbiosi, ma non solo: la ricerca applicata trova ampio spazio all’interno delle realtà produttive, non ne esiste una che sia priva di un laboratorio. Continuamente vengono destinate risorse in questo ambito. Lo Stato concede finanziamenti in base alle novità di cui una ditta si fa portatrice e al rischio che si assume – ha aggiunto durante l’incontro al ministero Bavarese per l’economia -, ma sono destinati al 20% alla società, all’80% alle strutture di ricerca». Tra i punti qualificanti della Baviera anche un tasso di disoccupazione inferiore al 3%, con un mercato del lavoro – molto diverso da quello Italiano – capace di puntare sui giovani e offrire nuove possibilità. «NON DOBBIAMO pensare che abbiamo solo da imparare, Brescia è un ottimo territorio industriale – ha subito precisato il presidente di Apindustria, Maurizio Casasco, candidato alla presidenza di Confapi -. Dobbiamo solo capire che esperienze, come quella che stiamo vivendo, sono utili per aprire gli orizzonti e focalizzare l’importanza di stare uniti. Le nostre piccole realtà non possono fare da sole, dobbiamo fare gruppo e affrontare le sfide tutti insieme». Un modello da seguire è senza dubbio quello delle associazioni di categoria comela VBW. Unesempio al quale, per il presidente Casasco, devono guardare Apindustria e tutte le confederazioni italiane per diventare capaci di «incidere sulla politica che, come accade in Germania, deve difendere gli interessi del sistema produttivo. Non possiamo più lasciare soli i nostri governanti quando devono assumere decisioni che ci riguardano direttamente. Le forze per emergere le abbiamo». Ma servono anche altri supporti, iniziando da quello del mondo del credito. «Le banche devono mostrare coraggio e tornare a sostenere gli investimenti, permettere ai giovani di far fruttare le loro idee», ha detto Casasco. UN APPELLO subito raccolto dal mondo del credito rappresentato in Baviera da Antonio Pellegrino. Oltre a presentare Ubi International (presente con una filiale del gruppo a Monaco), ha rinnovato l’impegno della popolare nel «supporto ai processi di internazionalizzazione».